Per quanto riguarda, Il settore autostradale è quello dove si presentano i maggiori squilibri e dove le soluzioni regolatorie sono tecnicamente più difficili. Il settore è, infatti, caratterizzato dalla presenza di un operatore dominante (Autostrade per l’Italia Spa, che controlla il 75% dei ricavi del settore), come nel caso delle ferrovie, ma totalmente privato. Il suo contratto di concessione è ancora molto lungo (scade nel 2038), quindi con queste premesse risulta difficilissimo abbatterne le rendite.
Nel settore dei trasporti la situazione è oggi tale che con una nuova autorità regolatoria indipendente può solo migliorare, se non altro a livello di trasparenza e informazione degli utenti. E i primi segnali dell’insofferenza della sfera politica e dei soggetti regolati nei confronti di un regolatore “terzo” sono già emersi: per esempio le tariffe aeroportuali, richieste dai concessionari per effettuare nuovi investimenti, sono state frettolosamente approvate dall’attuale ministro prima che l’autorità abbia potuto intervenire, e ci si chiede quanto siano state approfondite le analisi finanziarie e costi-benefici per tali investimenti, dalle quali sia emersa la giustificazione di remunerarli a spese dei passeggeri, invece che dei concessionari stessi. La difesa degli utenti dalle rendite monopolistiche sarà una strada comunque in salita anche con questo nuovo attore.
* La versione integrale sarà pubblicata sul numero 2/2012