e Davide Fiorello
Mentre le emissioni totali di gas serra, in particolare anidride carbonica (CO2), negli ultimi vent’anni sono diminuite, quelle del settore dei trasporti sono andate in controtendenza. Ciò ha indotto l’Unione Europea a porsi obiettivi di riduzione sostanziale: il recente Libro Bianco dei Trasporti stabilisce un traguardo di riduzione del 60% – rispetto al livello di emissioni del 1990 – entro il 2050. Lo studio di una strategia realistica di politica dei trasporti che possa portare alla realizzazione di tali obiettivi comunitari è stato l’intento del progetto GHG-TransPoRD, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro di Ricerca. Il progetto ha analizzato diversi scenari costituiti da ipotesi sulle misure – tecnologiche e no – da utilizzare per ridurre le emissioni di CO2. Si possono distinguere tre gruppi di scenari. Il primo gruppo esplora l’aumento di efficienza affidato al mercato. Il secondo analizza l’effetto dell’incentivazione di tecnologie innovative. Il terzo gruppo esamina il contributo di politiche votate al contenimento della domanda di trasporto, in particolare per i modi stradali privati.
Lo scenario in cui l’innovazione tecnologica è affidata al mercato raggiunge all’anno 2050 una riduzione delle emissioni di CO2 derivanti dal settore dei trasporti nella misura del 34% rispetto ai livelli del 1990. In realtà, il miglioramento dell’efficienza dei veicoli, in particolare di quelli stradali, è maggiore del 35%, ma poiché le auto (e in misura minore i camion) consumano molto meno, viaggiare diventa più economico e quindi ci si sposta di più. In questo modo, parte del miglioramento tecnologico è vanificato dall’aumento della mobilità.
Il miglioramento dell’efficienza energetica del parco dei veicoli stradali avviene in larga misura come effetto del miglioramento dei veicoli a combustione interna e non tanto per l’ingresso sul mercato di veicoli innovativi (le auto elettriche o a idrogeno). Proprio le consistenti economie di esercizio offerte delle auto convenzionali rende difficile il successo dei modelli innovativi, i quali partendo da un costo di produzione molto più elevato avrebbero bisogno di volumi di produzione crescenti per diventare competitivi.