L’innovazione digitale nei canali di vendita


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È solo da poco tempo che si vedono arrivare online i grandi marchi della distribuzione tradizionale o i grandi nomi della Moda e del Made in Italy. Sembra assurdo che abbiano sentito con tanto ritardo il richiamo di un settore che consente loro di avere una platea mondiale, ma così è. Probabilmente le aziende tradizionali non si fidano del trambusto e del disturbo intorno a un tema che da sempre ha generato preconcetti duri a morire. Per fortuna, coloro che acquistano online hanno un livello di soddisfazione talmente elevato che continuano a farlo sempre di più e man mano riescono a contagiare altri in un mondo che è sempre più collegato e connesso. Si stima che il settore varrà a fine 2012 ben 10 miliardi di Euro e gli acquirenti online in Italia hanno raggiunto quota 10 milioni, spinti certamente anche da fenomeni sociali come facebook, twitter e tutti i siti in cui le persone entrano alla ricerca di relazione, informazione e  svago e poi acquisiscono una dimestichezza tale da superare il divario tecnologico e, quindi, anche la sfiducia nel mezzo.

In Italia, però, il ritardo ancora sussiste e deve fare riflettere se si guarda a questo settore in una prospettiva globale. Che cosa fanno più di 2 miliardi di persone prima di andare al cinema? Che cosa fanno per cercare lavoro? Che cosa fanno prima di comprare qualcosa? La risposta è semplice. Sempre di più queste persone si informano su Internet, non tutte ancora comprano, soprattutto in Italia, ma tutti prima o poi si informano o si informeranno online. E allora ci rendiamo conto di che cosa questo significhi già oggi e di che cosa potenzialmente significherà in futuro?  Giganti come Google, Apple, Amazon si muovono nel mondo con strategie globali. Oggi io posso comprare prodotti in ogni parte del globo. Le barriere all’acquisto sono sempre più labili e i confini meno definiti. Che cosa significa questo? Significa che vince chi sa pensare globale, vince chi è in grado di proporre i propri prodotti oltre i confini nazionali. Un mercato oggi è individuabile per interessi, non per nazionalità. Un prodotto o un servizio vince oggi se riesce a intercettare la sua community di riferimento. Una community che realmente può essere ovunque, ma che certamente frequenterà luoghi comuni in rete.

Questo è Internet, dove il passaparola ha trovato il suo spazio ideale per orientare i consumi dei 2 miliardi di persone che oggi sono online. La Rete sta generando un ecosistema sempre più sociale, dove l’individuo conterà sempre di più, dove il consumatore avrà sempre più potere, dove la sua esperienza sui prodotti e servizi acquistati sarà sempre più ascoltata, condivisa, confrontata e comparata con le versioni ufficiali.

 

La versione integrale sarà pubblicata sul numero 2 /2012

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