Introduzione
Secondo una ricerca del Parlamento europeo, il 20% delle importazioni europee di prodotti di origine forestale (cioè tutti i derivati dal legno e carta) ha una origine illegale, cioè da processi come deforestazione, illeciti amministrativi, frode doganale, corruzione e altri crimini ambientali e finanziari; il risultato è che interi comprensori boschivi sono danneggiati e questo flusso economico che elude tasse e dogane finanzi la criminalità organizzata e, in alcuni Paesi in guerra, anche l’acquisto di armi.
Uno studio di Interpol e UNEP a respiro globale dichiara in più che le attività illegali nel settore foresta-legno siano pari a circa il 30% del totale dei tagli forestali, contribuendo a più del 50% della deforestazione in Africa centrale, Amazonia e Sud-est asiatico. Questo fenomeno concorre a far si che tonnellate di legname siano importate in Europa illegalmente e senza tracciabilità. Per porre un freno a questo fenomeno l’Unione Europea ha varato una serie di piani e Regolamenti, fra i quali la cosiddetta “Timber Regulation” (Regolamento n 995/2010) che obbliga gli operatori del legno europei a mettere in pratica sistemi di “Dovuta diligenza” che permettano di escludere dalla propria catena di fornitura materiale con provenienza dubbia o sconosciuta. Il Progetto Europeo TREES (Timber Regulation enforcement to protect european wood market from criminal infiltration) ha l’obiettivo di capire le potenzialità anti-corruttive di questo Regolamento e di fornire ad operatori del settore e corpi di polizia informazioni e strumenti per garantire l’approvvigionamento di materiale legnoso legale che si accompagnino a quelli già esistenti, come le certificazioni forestali.
Il quadro della problematica
Secondo la FAO (UN Food and Agriculture Organization), fra il 2000 e il 2010, la deforestazione (definita come conversione di foreste per usi non forestali per cause antropiche) ha proseguito con un ritmo di circa 12,9 milioni di ettari ogni anno. Una delle principali determinanti del fenomeno sono proprio le attività illegali che, come lo studio sopra citato, causano più del 50% della deforestazione nelle foreste del sud del Mondo. Come evidenziato dai dati citati, il problema dei tagli illegali (in inglese “illegal logging”) è un problema prevalentemente legato alle foreste tropicali, ma questo fenomeno è presente anche nei Paesi con governance debole e nei Paesi caratterizzati da applicazione inefficiente della legge, da sanzioni non efficaci e da alti livelli di corruzione.
La criticità del fenomeno è da ricondurre al fatto che lo stesso ha importanti ripercussioni dal punto di vista ambientale (deforestazione, inquinamento delle acque, diffusione di patologie, cambiamento climatico e perdita di biodiversità dovuta alla distruzione di habitat) ma provoca anche forti conseguenze in ambito sociale (instaurarsi di conflitti per le risorse naturali, sottrazione delle stesse alle comunità indigene, violazione di diritti umani, corruzione e conflitti armati) ed economico (evasione fiscale, riciclaggio dei soldi e mancato rispetto delle regole del mercato del lavoro)
La risposta europea: FLEGT e EUTR
L’Unione Europea, per proteggere sia il mercato legale del legno sia il mercato interno inteso in senso più ampio (vista la conseguente generazione di conseguenze economiche evidenziate in precedenza) ha varato due importanti regolamenti: la FLEGT Regulation (Forest Law Enforcement, Governance and Trade 2005) e la Timber Regulation (2010).
Il primo provvedimento (Regolamento n° 2173/2005 – FLEGT Regulation) ha stabilito una serie di misure per frenare l’importazione di materiale illegale in Europa. Lo strumento alla base del Regolamento sono delle licenze (VPAs – Voluntary Partnership Agreements) stabilite fra l’Europa e Paesi importatori che vengono, così, supportati nell’aumentare i propri regolamenti e governance nel settore forestale.
Questo sistema di licenze, ancora non operativo, si applicherà solo ai Paesi aderenti (sei attuali più nove in fase di negoziazione) escludendo, quindi, aree comunque interessate dal problema del taglio illegale, come per esempio la zona dei Balcani.
L’Unione Europea, per garantire ai propri cittadini la provenienza legale di legno importato anche da Paesi non aderenti al sistema di licenze FLEGT, nel 2010 ha varato la Timber Regulation EUTR (Reg. EU n°995/2010) che sposta l’attenzione direttamente sugli operatori, prevedendo l’introduzione di alcuni obblighi per chi importa per la prima volta prodotti legnosi e cartacei nel mercato europeo.
Il divieto fondamentale previsto dal Regolamento, operativo in Italia dal 3 marzo 2015, è l’introduzione nel mercato interno di legno o prodotti da esso derivati di provenienza illegale. Lo strumento previsto dalla norma per minimizzare il rischio di immettere materiale di origine illegale nel mercato europeo è il Sistema di Diligenza Dovuta (Due Diligence System – DDS). Gli operatori economici (come proprietari forestali che tagliano i bropri boschi, trasformatori di legno e carta ed importatori) sono tenuti a mettere in piedi ed esercitare il proprio sistema di “dovuta diligenza”, ottenendo dai propri fornitori informazioni sul materiale importato (come ad esempio: Paese dove è avvenuto il taglio, specie arborea, quantità e catena di fornitura) e successivamente effettuando, sulla base delle informazioni raccolte, una valutazione del rischio di provenienza da “fonti illegali” che, se riscontrato, dovrà condurre ad una serie di misure di mitigazione dello stesso.
Il Regolamento introduce contestualmente l’obbligo di mantenimento per almeno cinque anni delle registrazioni dei propri fornitori e clienti, al fine di garantire la tracciabilità del prodotto.
Progetto TREES: obiettivi, partenariato e azioni
Il traffico illegale trova il punto di maggior vulnerabilità nella possibilità di corruzione che si verifica in vari punti della catena del commercio (dal taglio illegale alle dogane alla falsificazione dei documenti presentati all'acquirente). Al fine di capire se lo strumento del sistema di Diligenza Dovuta abbia potenziale anti-corruzione e anti-criminalità, la DG Affari Interni della Commissione europea, nell’ambito del Programma ISEC – Prevenzione e lotta al crimine, ha finanziato il Progetto TREES (www.trees-project.eu). Gli obiettivi del progetto sono, oltre allo studio delle potenzialità anti-corruzione di questo regolamento, anche l’innalzamento del livello di cooperazione fra i corpi di polizia e gli operatori privati e il rafforzamento della loro cooperazione per la lotta al crimine.
L'attività di ricerca prevede la creazione di uno strumento che permetta di favorire e mitigare il rischio di incorrere nell'acquisto di legno contraffatto o illegale (dal taglio allo smercio stesso) passando attraverso attività di desk research quali interviste a operatori specializzati (operatori del legno e forze di polizia, Interpol) e attraverso attività di ricerca pura (raccolta e analisi di dati ufficiali forniti da forze di polizia e Governi). Una volta sviluppati gli strumenti che permettano un reale potenziamento dell'utilizzo del sistema di Due Diligence, il progetto prevede la realizzazione seminari online rivolti a tutti gli operatori europei interessati e degli incontri formativi rivolti in maniera più specifica agli operatori dei Balcani (Macedonia, Albania, Kosovo e Bulgaria), area con la quale il progetto intende creare cooperazione e collaborazione per un'ottimale implementazione del Regolamento EUTR e che si spera possa rappresentare una buona pratica per tutti gli altri Paesi che intendono commercializzare con l'Europa.
Strumenti per la scelta di prodotti sostenibili
La crescita d’interesse e di consapevolezza per l’acquisto di beni e servizi rispondenti a precisi criteri di qualità ambientale e di etica che si è registrata negli ultimi anni nei Paesi importatori, ha favorito lo sviluppo di norme e standard di certificazione della sostenibilità e della legalità dei prodotti di origine forestale. Sia gli operatori della filiera foresta-legno sia i consumatori hanno maturato la consapevolezza che la commercializzazione di un prodotto non si limita alla semplice transazione del manufatto, ma comprende una serie di valori che coinvolgono una pluralità di fattori, come i criteri di produzione, gli impatti ambientali, sociali ed economici del processo produttivo specifico.
I più diffusi schemi di certificazione forestale presenti oggi nel mercato europeo sono lo schema FSC (Forest stewardship council – https://it.fsc.org/) e PEFC (Programme for endorsement of forest certification schemes – http://www.pefc.it/). Entrambi gli schemi citati sono, quindi, in grado di garantire al consumatore finale un prodotto a base di legno o carta in grado di dare garanzia all’origine legale e sostenibile dei prodotti.
Conclusioni
Secondo l’UNEP i reati contro l’ambiente sono in continuo aumento e costituiscono ormai uno dei settori più redditizi per le grandi organizzazioni criminali e, in termini di giro d’affari annuo, la deforestazione e il traffico illegale di legname è seconda solo al commercio di droghe.
Ad oggi, tuttavia, risulta ancora non facile la stima dei volumi di materiale legnoso tagliato e commercializzato illegalmente a causa di una serie di motivi, tra i quali la parziale conoscenza di ciò che non è legale e la difficoltà nel monitorare tutti i punti della filiera durante i quali possono essere commessi illeciti. A queste difficoltà si unisce la constatazione che il commercio illegale di legno, a differenza di altri traffici illegali come quello della droga e delle armi, risulta più difficile da individuare poiché il materiale legnoso non è illegale “per se”.
In ogni caso, le stime delle Organizzazioni internazionali evidenziano come ogni anno in Europa e nel mondo vengano smerciate tonnellate di legno la cui provenienza non è chiaramente tracciata.
Per affrontare la problematica, parallelamente alle azioni normative intraprese dall’Unione Europea, sono state intraprese da ONG e organizzazioni private alcune misure e progetti, come il Progetto TREES.
Uno dei ruoli più cruciali quello della società civile che, tramite l’acquisto di prodotti certificati, può avere garanzia di acquistare prodotti sostenibili e legali, favorendo le imprese che operano nella legalità.